Nanni Moretti è categorico:  «Qui ci sono troppi festival usati solo come passerelle  Meglio in Puglia e in Piemonte»

Ha le idee ben chiare Nanni Moretti, intervenuto ieri ad Acri in occasione  del  Premio  Padula. Per riuscire a fare bene nel mondo del cinema, è fondamentale che le commissioni siano da incentivo per il regista di talento e per i prodotti meritevoli. In Piemonte come in Calabria. Lo sa bene l’autore de “Il Caimano”, assolutamente critico nei confronti di chi utilizza le commissioni cinematografiche, come occasione per le auto celebrazioni.

Maestro, è a conoscenza del lavoro della Film Commission Calabria?

«Francamente no. Non ne ho mai sentito parlare. Credo che dovrebbero incentivare iniziative importanti, soprattutto per attirare nuovi tecnici e produzioni cinematografiche. Mi auguro che le amministrazioni locali lavorino bene e mettano a disposizione fondi e mezzi soprattutto per sfruttarli bene».

In Calabria ci sono ben diciassette festival di Cinema. Cosa ne pensa? «Mi sembra strano e francamente  mi  sembrano  troppe. Prendo atto di quanto mi dice ma sono poco informato. Posso dirle, però, che le Film Commission che funzionano meglio sono quelle del Piemonte, grazie anche al fatto che Torino ospita un museo del cinema, della Puglia e del Trentino».

Occorre puntare più sulla qualità piuttosto che sulle passerelle?
«Chi pensa di utilizzare o illudere i giovani, sbaglia di grosso. Ritengo che queste siano punti di riferimento importanti per chi voglia fare cinema ma è chiaro che  essendo  organi  regionali molto dipende dalla classe dirigente».  

Incontro tra gli studenti
L’incontro tra gli studenti e Nanni Moretti avviene in una sala San Domenico piena in ogni ordine di posto. Ma non ci sono solo studenti ma anche ammiratori del regista-attore provenienti da diversi angoli della provincia. Il dialogo tra Moretti e gli studenti dura due ore circa ma basta poco perché i contenuti diventino subito strettamente politici.  Solo  il  tempo  perché  il regista spieghi alcuni suoi film come Palombella Rossa, Caro Diario e La Messa è finita. La domanda su “Il Caimano”, fa gongolare Moretti che si sbilancia e dice; «il film è del 2006 e, quindi, cinque anni fa ho, in pratica, indovinato come sarebbero andate le cose, ovvero con il Presidente del Consiglio Berlusconi indagato  e  processato. 
Allora molti mi dissero che ero troppo di parte e che ero critico e palloso. Oggi, molti di loro, mi chiamano per dirmi che sono stato un  ottimo  profeta».  A  chi  gli chiede cosa ne pensa del momento attuale, risponde; «la mia idea è opinabile ma posso dire di essere stanco di essere preso in giro come italiano. Purtroppo, questa è una cosa che tv e giornali non dicono ma è un dato di fatto che all’estero l’Italia ha perso molta credibilità».
Ed aggiunge; «non si era mai visto un Paese di persone ostaggio di una sola persona, questo non è un Paese democratico». Moretti non risponde direttamente alle domande, glissa, spazia e considera. Si rivolge ai giovani; «vi invito a non guardare solo la tv ma di informarvi con altri mezzi» ma non risparmia critiche al Presidente del Consiglio; «da anni sta facendo i suoi interessi».

Roberto Saporito